In questi momenti terribili in cui, dopo la seconda guerra mondiale, incredibilmente l’Europa ritorna a sentire il respiro della guerra nei propri confini, una delle preoccupazioni più grandi dei paesi occidentali e sicuramente relativa agli approvvigionamenti energetici.

 

 

Soprattutto l’Italia si trova particolarmente sovraesposta essendo dipendente per il 42% dei suoi consumi di gas  dalle importazioni dall’unione sovietica.

 

I costi, come sappiamo, ad oggi sono già aumentati del 200% e il futuro  promette ulteriori rincari che rendono di fatto già oggi impossibile la sostenibilità energetica di famiglie e aziende, nel breve/medio periodo.

In questo scenario fa impressione sentire il Primo Ministro Draghi  aprire alla riapertura dei centrali a carbone per poter produrre energia sul suolo nazionale.

Siamo dentro alla follia, forse dovuta alla disperazione

Le riduzioni di gas serra devono essere attuate sul rispetto dell’impegno di chiudere tutte le centrali a gas entro il 2025.

Le centrali a carbone vanno chiuse senza se e senza ma, i tentativi dei soliti noti che cercano di riportare in auge persino il peggior combustibili fossile, un vero e proprio killer non solo del clima, ma anche della salute umana e delle attività economiche, si scontra con la sofferenza decennale degli abitanti dei territori su cui le centrali insistono.

Tutti gli amministratori, indipendentemente dal colore politico, vogliono che centrali si chiudano:

e vanno chiuse.

Si dimentica che se siamo ridotti così e proprio perché negli ultimi vent’anni non abbiamo saputo creare una rete di produzione e di energie rinnovabili (sole vento, geotermico)  che ci avrebbero affrancato da una dipendenza nei confronti della Russia, oggettivamente imbarazzante oltre che stupida

Le soluzioni vere e strutturali sono evidenti e già alla nostra portata:

energie rinnovabili, accumuli, pompaggi, reti, risparmio e l’efficienza energetica, un mix formidabile.

È di tutta evidenza che in tempi di carenza di energia, il primo passo è usare l’energia al meglio e risparmiarla:

questo però deve diventare non un atteggiamento momentaneo, ma una priorità permanente.

Dal lato delle fonti alternative, se gli operatori energetici, non un’associazione ambientalista, si dichiarano in grado di installare 60 GW di rinnovabili in 3 anni, a patto che si velocizzino al massimo le pratiche autorizzative, sarebbe davvero assurdo che dal Governo non si cogliesse la palla al balzo e non si mettesse su una task force per individuare le modalità e aiutare la pubblica amministrazione a dare risposte alle richieste pendenti.

Questa dovrebbe essere la priorità assoluta, con l’obiettivo di approvvigionarci interamente da fonti rinnovabili entro il 2035:

si può fare, è un obiettivo che altri Paesi si sono già posti.

È la vera e l’unica garanzia di indipendenza energetica perché non dipendente da combustibili importati, ancorché fossili.

E nel frattempo diversificare l’approvvigionamento del gas aumentando importazioni da Algeria  e Africa mediterranea :

ma la stella polare deve essere la massima indipendenza energetica pulita .

La soluzione falsa è quella del cosiddetto gas nazionale:

la retorica inutile e dannosa che vuole il via allo sfruttamento intensivo e massiccio delle estrazioni di gas sul nostro territorio e nei nostri mari.

Volendo sommare tutte le riserve nazionali, incluse quelle difficilmente estraibili a causa di costi economici ed energetici poco sostenibili, l’Italia avrebbe al massimo riserve di gas per 111,588 miliardi di m3.

Dal momento che il nostro paese consuma (C) circa 75-76 miliardi di m3 /anno, anche sfruttando tutte le riserve (poco realistico) queste sarebbero in grado di coprire appena un anno e mezzo della domanda di gas nazionale.

Inoltre, il gas nazionale non sarebbe per forza destinato al mercato nazionale e non farebbe alcuna differenza dal lato dei prezzi, a meno che non si voglia nazionalizzarlo

E’ il momento in cui la drammatica complessità che stiamo affrontando ( che probabilmente peggiorerà ) ci deve spingere finalmente a fare le scelte giuste anche in prospettiva e non ancora quelle sbagliate

Come purtroppo abbiamo sempre fatto nel passato e che e’ il vero motivo per cui oggi siamo ridotti così .  

fonti :

report Wwf e Legambiente


Lascia un commento

Share via